1 gennaio 2025
Capodanno
Giorno 8 inizia, inutile dirlo, che siamo sotto la torre Eiffel. Siamo in giro per Macao da ore e non abbiamo potuto fare a meno di notare quanto siano diverse da noi le persone che ci circondano.
Nessuno beve o urla o canta, nessuno getta rifiuti per terra ma, soprattutto, c’è una grande compostezza.
Allo scoccare della mezzanotte migliaia di persone all’unisono urlano “uo oo ho hooo” o qualcosa di simile.
Un paio di volte, poi nulla più.
I fuochi d’artificio sono impressionanti. Siamo circondati. La torre Eiffel sembra oscillare ma è solo un effetto ottico per via dei colori e della coreografia scelta dagli sceneggiatori. I fuochi partono anche dai palazzi circostanti e da tutti i casinò attorno.
Un pensiero agli uccelli del vicino orto botanico. Una prece anzi.
Alle 00.02 sarà già tutto un tappeto di cadaverini di pappagalli, passerotti, “cinciattristi”, picchi, garzette… Vabbè, la mia attenzione è presto distolta dal desiderio di osservare l’umanità attorno a me. Tutti filmano tutto, immagino allo scopo di condividere con chi non è lì con loro questo momento. Anche io ho filmato i primi istanti da condividere con amici e parenti, un modo per dire, ti porto con me, ti penso, ti voglio bene.
Ecco un buon proposito per il nuovo anno: tanti ti voglio bene in più.
Che il cuore è un po’ come lo stomaco, a furia di riempirlo si dilata ma non si lacera. E, a differenza dello stomaco, se ti si ingrassa il cuore ti senti meglio. Ingrassare di amore per sé stessi e per gli altri.
Invece c’è abbondanza di tutto e carenza di affetto.
Potremmo inventare una pillola, come per la B12, e prenderne una al dì, a stomaco vuoto, tutte le mattine.
Indipendentemente da come vanno gli esami del sangue.
Torno a guardare fuori che fa meno male.
Ci sono momenti in cui i fuochi strabordano di colori e suoni e ti sorprendono come se non ti aspettassi che qualcosa scoppi all’improvviso e fischi e lasci una scia colorata che si trasforma e scompare. Come se non fossi lì a guardare uno spettacolo pirotecnico. In quei momenti mi aspetto che le gente attorno a me reagisca, si stupisca, lanci urla di piacere e invece nulla.
Dopotutto anche io sono muto ma che lo siano tutti mi sembra impossibile.
Se penso che da noi si battono le mani all’arrivo del volo Ryanair in aeroporto!
Ti viene voglia di scuoterli sti cinesi, ti viene voglia di metterti di fronte ad ognuno di loro e urlargli qualcosa, qualunque cosa, tanto mica ti capiscono.
“È Natale! È Natale! Era Natale. Adesso è Capodanno!
Lo so che avete il vostro Capodanno ma che vi costa?”.
Da noi, fra sette ore, ci saranno morti e feriti, pallottole vaganti, scene da film, drammi personali e collettivi. La speranza insensata che una convenzione stabilita, non ricordo più quando e da chi, possa influire sul futuro di ognuno di noi e cambiarlo, cambiarlo, cambiarlo, sempre in meglio naturalmente, come se non fossimo già abbastanza fortunati così.
Una sorta di preghiera laica, visto che Dio non ci ascolta. E come potrebbe, pur onnipotente com’è, accontentare tutti? Fare piovere se gli chiedi acqua e far splendere il sole se vuoi asciugarti un momento?
Mi scuoto dai miei pensieri. Attorno a me ancora silenzi. Pochi si abbracciano o si fanno gli auguri e anche io e Mimmo ci scambiamo un buon anno timido.
Sono le 00.07 e sta per venirmi in mente la prima buona idea di un anno che sarà ricco di buone idee ma ho tempo per un ultimo pensiero: quanto siamo diversi.
Dovrebbero essere come noi.
Dovremmo essere come loro.
00.08: “Andiamo via adesso!”. Mimmo mi guarda e capisce. Ci voltiamo e davanti a noi, la “no standing area”, la via che sarebbe dovuta essere libera, da percorrere in 10 minuti per raggiungere il bus, è un muro di persone che filmano da almeno 8 minuti.
Vorrei dir loro che video così lunghi non li rivedranno mai ma ho altri obiettivi adesso.
Vogliamo tornare a Zhuhai questa sera. Non perché ci pesi passare la notte per strada ma perché vogliamo dimostrare che è possibile farcela. E tanto non abbiamo nulla da perdere, qualunque cosa accadrà sarà un’esperienza interessante, da raccontare e da ricordare quando ce ne sarà bisogno.
Siamo eccitati all’idea di farcela.
Siamo eccitati all’idea di non farcela.
Le difficoltà maggiori in realtà sono di comunicazione, in un luogo in cui neppure chi vive a Macao parla la stessa lingua e Coco, spesso, ha chiesto a me di aiutarla a capire le risposte, in inglese, di addetti a qualcosa che non parlavano cinese (come facessero a capire le domande è un altro mistero naturalmente).
Alle 02.00 circa siamo già a casa e viene a Mimmo la sua prima buona idea di un anno pieno di buone idee.
Il “cenone” del 31, a base di verdure, riso e pasta con vari resti animali, soprattutto nel piatto di riso, è un lontano ricordo. Così Mimmo mi propone un piatto di spaghetti e una bottiglia di vino per festeggiare, a modo nostro, il nuovo anno e l’impresa eroica: quella di capirci qualcosa nella babele di Macao.
Alla fine siamo riusciti a tornare a casa grazie ad un signore, addetto a qualcosa nella zona dei taxi, che ci ha rivelato che, solo per questa notte, ci sarebbero stati dei pullman straordinari per il gate di Zhuhai. Ma l’impresa va raccontata a voce, nei minimi dettagli.
E noi siamo già proiettati sugli spaghetti (non ho mai mangiato così tanti spaghetti come in questi giorni, i migliori sono quelli di segale, cinesi, e sono in realtà linguine) e sul vino (non ho mai bevuto… Questo non posso dirlo).
Buon anno fratello. Sono contento che tu sia qui.
Buon anno fratello. Sono contento di essere qui.
Siamo nel posto giusto.
Al mattino mi sveglio mentre Yanzi, al telefono con Coco, sta chiedendo dettagli a Mimmo sulla nostra impresa. Un vero e proprio interrogatorio.
Le due sorelle non si capacitano. Siamo davvero degli eroi.
Mimmo racconta di essersi fatto strada, tra la gente, con la forza, io dico che è stata la bellezza del suo ballo a fare separare il mar rosso di persone al suo passaggio mentre io gli cantavo la melodia giusta (una pizzica salentina, mi sa). Pare che abbiamo attraversato a nuoto il tratto che divide la Cina dalla Cina in una gara epica, vinta da me.
L’impressione è che non si capiscano tra di loro.
Mi riferisco ai cinesi, in generale.
La giornata trascorre lenta tra un appuntamento mancato con le nuove amiche ballerine, gli esercizi di yoga, gli acquisti al centro commerciale, il video a Mimmo che prepara le piadine per la cena e il biglietto aereo per Kumming, per domattina alle 7.30.
È tempo di spiccare il volo verso una Cina sconosciuta anche a Mimmo e Yanzi.