25 dicembre 2024
Natale
– Il primo Natale “senza la mamma”;
– Il primo Natale in cui ho l’impressione di essere una persona libera;
– Il primo Natale lontano da casa;
– Il primo anniversario della mamma;
– Un Natale in famiglia;
– Un Natale senza simboli.
In Cina il 25 dicembre 2024 è lavorativo. Alla fermata del pullman Yanzi non ci sarà, sta lavorando.
Festeggeremo a cena proprio per questo motivo.
Coco, la sorella di Yanzi non ci sarà, domani si lavora, qui non si festeggia il Natale, figuriamoci Santo Stefano.
Il mio arrivo in Cina l’avevo immaginato un po’ diverso.
La barba bianca non è sufficientemente lunga ma qualche dono l’avevo preso.
Olio e vino per Mimmo, saponi artigianali colorati e molto profumati per Yanzi e Coco.
Ma erano nella valigia in stiva, quindi niente sorprese.
Prima di uscire dall’aeroporto il mio bagaglio a mano viene scannerizzato in più occasioni, sembra che non si fidino degli scanner precedenti. Sembra un videogioco. L’ingresso in Cina, come persona libera di muovermi, avviene per livelli.
Ad ogni livello un controllo.
Per fare il biglietto del pullman per Zhuhai serve il passaporto e per uscire dall’aeroporto mi scannerizzano il bagaglio per l’ennesima volta.
Quando salgo sul pulmino da nove posti per Zhuhai ho l’impressione di aver sbagliato qualcosa ma anche di aver finalmente finito con i controlli.
Invece, poco prima della partenza, un tipo si affaccia all’interno del pulmino con una telecamera e ci filma tutti (siamo 9 adulti ed un bimbo). Poi dice qualcosa, il mio vicino si mette la cintura, così decido di mettere la cintura anche io e mi addormento.
Prima di comprare il biglietto sono riuscito a far avvisare Yanzi che sarei partito alle 11.20 per la stazione di Zhuhai.
Durata del viaggio 2 ore.
Vorrei godermi la strada tra Shenzhen e Zhuhai ma, nel dubbio, metto una sveglia per le 13.
Mostro per l’ennesima volta il mio biglietto all’autista che non perde la pazienza e mi fa cenno che sono sul pullman giusto.
Mi addormento mentre il pullman parte.
Mi sveglio quando l’autista si ferma ed urla qualcosa.
La maggior parte dei viaggiatori scende.
Guardo l’orologio e sono le 12.35. Resto sul pullman ma prima di riaddormentarmi decido di far, di nuovo, vedere il mio biglietto all’autista a costo di farlo incazzare ma lui mi guarda sorpreso e mi fa capire che sono arrivato a destinazione.
Giuro che avevano detto due ore e invece sono già alla stazione di Zhuhai.
Scendo, mi guardo attorno, sarà impossibile trovare Mimmo.
Il pullman mi ha lasciato per strada davanti ad un negozio.
Decido di muovermi e andare verso l’ingresso della stazione. Sarà impossibile incontrare Mimmo, mi ripeto.
E invece Mimmo mi passa davanti, quasi mi sbatte addosso.
Cose che non sono cambiate:
– Il rumore del traffico;
– il grattacielo più piccolo di fronte non l’hanno ancora ristrutturato;
– pollo e derivati del pollo in ogni pasto che ci offrono sui voli;
– la pazienza dei cinesi;
– se apri una bottiglia di vino la finisci;
– il mal di schiena;
– la pasta cu lli pummitori scattati di Mimmo per pranzo.
Cose che sono cambiate:
– Sembra più facile trovare qualcuno che parli inglese;
– il mito dell’efficienza cinese;
– più controlli;
– c’è del vino in casa;
– non devo preoccuparmi di chi si occuperà della mamma;
– Liang Liang (il cane di Yanzi) non vive più qui.
È Natale ma lo festeggiamo a cena.
Cena italo-cinese, ottima, con vino australiano di una azienda di un italiano, molto buono.
(Il vino italiano, della cantina sociale di San Pancrazio salentino, era nel bagaglio in stiva e chissà chi se lo sta bevendo in questo momento)
A cena io, Mimmo, Yanzi e… il “jet lag”.
Devo andare a letto a mezzanotte e dormire fino alle 7.
Le previsioni qui in Cina sono che impiegherò 2 o 3 giorni prima di riprendermi.
Io sono più preoccupato dal mal di schiena…