31 dicembre 2024

Macao

La giornata di oggi è tutta incentrata sulla trasferta a Macao di questa sera.
Tutto sembra sia stato organizzato nei minimi dettagli.


Ieri sera Mimmo, Yanzi e Coco sono stati al telefono a lungo. Hanno analizzato tutte le varianti alla notte del 31 tenendo conto che io e Mimmo vorremmo aspettare la mezzanotte a Macao mentre loro due non ci pensano proprio e contano di tornare a casa dopo cena (ricordo che a queste latitudini la cena si conclude, più o meno, all’ora in cui i bimbi, in occidente, fanno merenda).
Si parte quindi da posizioni distanti ed, almeno inizialmente, poco conciliabili.
Loro parlano al telefono con Coco, io li osservo e prendo appunti preziosi per il resoconto di oggi.
Sembra non si capiscano.
Le due sorelle sembra non si capiscano.
Mimmo invece si fa capire bene, almeno da Yanzi che ha la fortuna di averlo davanti.
Si agita, si dimena, si sbraccia. Si esprime in cinese, italiano, dialetto salentino, gesticola, sbuffa e, a volte, si esibisce in dei fermo immagine prolungati nel tentativo di capire se la sua performance ha sortito qualche effetto.
Alla fine riesce a spuntare un accordo sull’orario in cui ci incontreremo: alle 16 invece che alle 13 come proponeva Coco. Per il ritorno la decisione è rimandata a questa sera.
Qui il capodanno non è una festa particolarmente sentita e in più Yanzi al mattino lavora e si alza alle 5.30. Coco lavora a Macao ma ha deciso di prendere ferie per il nostro arrivo. Avrebbe voluto che arrivassimo alle 13 per farci vedere molte più cose ma, nella speranza di riuscire a restare fino alla mezzanotte, Mimmo l’ha convinta ad incontrarci nel pomeriggio.
C’è un problema che, al momento, a noi non sembra bloccante: pare che il gate di Gong Bei, per rientrare a Zhuhai da Macao, chiuda all’una e rischiamo di restare bloccati a Macao fino al mattino. La cosa appare insopportabile alle due sorelle e impossibile che si verifichi ai due fratelli. Siamo infatti convinti che in qualche modo ce la caveremo e riusciremo a rientrare in Cina per tempo.
La mattina del 31 è presto organizzata: sveglia con calma, colazione, esercizi di yoga in casa, esercizi al parco, pranzo, riposino pomeridiano e sveglia alle 14.45 per incamminarci per Macao. L’appuntamento con Coco è alle 16 al gate a Macao.
Al parco incontriamo le nostre nuove amiche ballerine, quelle della foto di ieri mattina, e questa volta riesco a fare quasi bella figura.
Innanzitutto mi presento alla mia interlocutrice con un brillante “Ni hāo ma?” che vuol dire: “come stai?”.
Ma, cosa che mi riempie di orgoglio, riesco anche a dire: “Ming tian jian”, “ci vediamo domani”, prima di andare via. Tra un exploit e l’altro un mio eventuale biografo personale non avrebbe sicuramente annotato nulla di indimenticabile ma torno a casa a testa alta.
L’essere riuscito a dire “Ming tian jian” fa la differenza perché sinceramente “Ni hāo ma?” è, per me troppo banale.
Provo a spiegare:
– sei italiano e vivi a Torino nella “Chinatown” sabauda;
– “Ciao” è stata la quinta parola che hai pronunciato dopo mamma, babbo, pappa e cacca, elencate in ordine sparso;
– Arrivi a Torino e scopri con grande soddisfazione che “ciao”, in cinese, si pronuncia “niao” e ti senti pure figo quando entri nei negozi cinesi, vicino casa, e saluti;
– dopo un po’ di anni ti ritrovi dall’altra parte del mondo e decidi di imparare il cinese;
– …
Questo è il contesto.
A questo punto, quando decidi di imparare il cinese e scopri che “come stai?” si dice “ni hāo ma?”, cioè “ciao ma?”, non ti accontenti di così poco, vuoi fare il salto di qualità.
Ed io vado via soddisfatto del mio “ming tian jian”.
Per domani dovrò studiare un’altra frase ad effetto.

Dopo pranzo ci riposiamo mezz’ora e poi ci incamminiamo verso Macao. Alle 15 siamo in ascensore, alle 15.00 e 40 secondi usciamo dall’ascensore (l’ho cronometrato, fa meno di 2 secondi a piano) e ci avviamo al pullman.
L’arrivo al gate per Macao è già un’esperienza. Evidentemente non siamo gli unici ad avere avuto l’idea di passare le ultime ore dell’anno nella ex colonia portoghese. Oltre a noi c’è una quantità tale di esseri umani che si avviano frettolosamente agli sportelli che mi vengono in mente le meglio manifestazioni della CGIL dei tempi d’oro.
Coco ci aspetta dall’altra parte e, appena ci incontriamo, saliamo subito su un pullman del Venetian casinò che ci porta, gratuitamente, davanti all’ingresso del casinò, nel centro di Macao. Qui i pullman dei vari casinò ti fanno viaggiare gratis senza chiederti se entrerai o te ne andrai a spasso. Ce ne sono a decine e non sembrano fare concorrenza ai pullman di linea, a pagamento, o ai taxi.
Ci allontaniamo dal Venetian e raggiungiamo il vicino orto botanico: un paradiso per gli uccelli nel mezzo di grattacieli, lusso, auto ed umani.
Il cinguettio, a volte, è così insistente da coprire i rumori della metropoli.
Visitiamo una casa-museo, un tempo abitata da qualche colonialista importante (che a Mimmo ricorda casa della nonna Mimina) ed una mostra di arte contemporanea. È tutto gratuito. Poi ci inoltriamo tra i vicoli della città vecchia. La nostra attenzione è attirata dal suono delle campane di una chiesa. Mimmo non lo sentiva da quasi due anni.

Il programma di Coco è il seguente:
– breve tour nella via dei negozi di generi alimentari di influenza cinese e portoghese per assaggiare tutto ciò che si può;
– cena in un ristorante vegetariano che non sarà possibile individuare;
– giro al Venetian casinò;
– ingresso nell’area del concertone di fine anno.
E poi…
E poi si torna a casa prima delle 22.30 con l’ultima navetta gratuita per il gate di Zhuhai.
Su quest’ultimo punto inizia una trattativa serrata che raggiungerà vette quasi drammatiche attorno alle 22.20.
Ma seguiamo il programma.

Il tour degli assaggi inizia così: entriamo in un negozio di biscotti dove e possibile assaggiare tutto ciò che è in vendita. Coco mi offre una sottile patatina di colore scuro come primo assaggio. La addento e resto sorpreso dal sapore che non riesco a decifrare. Le chiedo cosa ho assaggiato: maiale! Patatine di maiale in un negozio di biscotti. Il resto degli assaggi scorre senza grandi sorprese. Non mi lascio sfuggire l’occasione di un pastéis de nata, o pastéis de belém, dolce tipico portoghese, e poi inizia la ricerca del ristorante adatto alle mie stravaganti scelte culinarie.
Non lo troviamo, nonostante l’impegno, ma la ricerca, anche se vana, ha il pregio di farci rimandare l’orario della cena di un’oretta. Prima che siano le 20 abbiamo già cenato e siamo sulle strada del Venetian casinò. Abbiamo obiettivi ambiziosi: un giro a Venezia, Londra e Parigi.
Per evitare di scrivere un resoconto inutilmente lungo invito il lettore ad approfondire la conoscenza di Macao in autonomia. Qui mi limito a sottolineare che ci ritroviamo a camminare in mezzo ai canali di Venezia non lontano dal tower bridge, dalla tour Eiffel e dal Big Ben.
Nel casinò centinaia di persone affidano alla sorte e a statistiche ingrate i loro risparmi. Non interromperanno i loro giochi neppure per il countdown di mezzanotte.
Fuori dal casinò, tra le vie di una Venezia commerciale quasi quanto quella vera, centinaia di persone si aggirano facendo foto sui ponti e guardando il cielo sempre più blu.
Se ti avvicini al casinò senti ogni tanto urlare qualcuno di gioia, altri spizzicano carte spiaccicate al tavolo verde infastidendo i croupier ridotti ormai a veri passacarte dall’automatizzazione anche di questo mestiere. Punti 200 euro, due carte escono da una bocca elettronica, un croupier/passacarte te le passa, le spizzichi e gliele ripassi spiegazzate, un paio di passaggi ancora e statisticamente perdi i tuoi soldi, vedi le fiches spostarsi dalla parte sbagliata del tavolo, le carte che hai rovinato infilarsi in un’altra bocca dall’altro lato e, se hai ancora soldi da perdere, ricominci. Dovrei ringraziare tutti questi benefattori per il pullman che ci riporterà al gate gratuitamente, ma sono troppi.

Siamo tra i primi ad entrare nell’arena del concertone di capodanno, di fronte alla tour Eiffel ed i primi ad uscirne poco dopo.
La trattativa con Coco è agli sgoccioli. Pare che sarà impossibile raggiungere il gate entro l’una, non ci sono pullman per il gate dopo le 22.30. Spunta un pullman di linea ma non siamo sicuri. Si fanno domande a poliziotti, inservienti, gente in divisa. Alcuni parlano solo inglese e pure male. Non si riesce ad avere informazioni certe stiamo per cedere e tornare a Zhuhai anche noi ma poi decidiamo che, se non dovessimo raggiungere il gate per tempo, possiamo anche passarci la notte a spasso.

Le ragazze vanno via e noi scopriamo che ci saranno dei pullman gratuiti straordinari anche dopo la mezzanotte. Prepariamo un piano che ci permetta di vedere i fuochi sotto la torre Eiffel e raggiungere la stazione dei pullman subito dopo e testiamo i tempi degli spostamenti andando su e giù per il Venetian. Sono quello con la giacca bianca, lo zaino verde e il berretto sempre fuori posto, mi conoscono tutti all’ingresso.

Ed ecco il piano:

– 00.00 fuochi in piazza;
– 00.10 ci avviamo al pullman prima di tutti gli altri;
– 00.20 siamo al pullman, il pullman parte;
– 00.40 siamo al gate;
– 00.50 siamo davanti all’immigration office;
– 00.55 Zhuhai.

Alle 00.08 ho un’intuizione: andiamo via adesso. Mimmo si fida. Partiamo tra i primi ma c’è una folla inaspettata anche nelle “no standing areas” quindi facciamo fatica ad avanzare. I sopralluoghi delle ore precedenti però ci permettono di superare centinaia di persone e di raggiungere il pullman in 12 minuti.
Saliamo, partiamo, scendiamo al gate di Gong Bei, usciamo da Macao e ci presentiamo davanti all’immigration alle 00.58.
Alle 01.02 sono a Zhuhai
Alle 01.04 è a Zhuhai anche Mimmo

L’idea di partire due minuti prima ci ha permesso di farcela.
La mia prima buona idea dell’anno.

Sarà un anno di buone idee!