26 dicembre 2024

Il mal di schiena

È arrivato all’improvviso.
Prima di andare a dormire.
Mi aspettava in bagno.
Sono entrato sano, sono uscito piegato in due.


Yanzi era appena andata a letto ed io sono andato in bagno dopo di lei.
Chissà se era già lì quando lei è entrata.
Chissà se stava aspettando me.
Se fosse entrato in bagno Mimmo prima di me sarebbe venuto a lui?

Siamo ancora alla fine di giorno 1 ma ho già capito che giorno 2 sarà impegnativo.
Vado a letto, il Jet lag non è più la mia preoccupazione principale.
In Cina si sogna. Sogno di tutto e mi sveglio ogni mezz’ora. Controllo il mal di schiena, l’ora, bevo un sorso e torno a dormire.
Se bevi vino di giorno la notte ti tocca bere acqua.
Al mattino la sete è scomparsa, il mal di schiena no.

Mi domando perché sia venuto.
Forse l’anniversario della morte della mamma ed il fatto di trascorrerlo insieme a Mimmo?
Forse perché lo scorso anno in questi giorni avevo la polmonite e quest’anno il mal di schiena è il minimo sindacale?
O semplicemente le ore di volo su sedili non troppo comodi?
Un qualche, ancora recondito, senso di colpa?
O l’abitudine ad avere mal di schiena che risale a quando facevo certi viaggi. Una specie di richiamo interiore alla sofferenza insomma.
Ricordati che devi morire…

E se invece la mamma ed i sensi di colpa non c’entrassero nulla?

Se fosse il bagaglio smarrito la causa di tutto?
Probabilmente, a livello inconscio, non sopporto di aver perduto in un attimo vino, olio, regali, scarpe ed il mio maglione preferito.
Non l’avevo dato a vedere fino ad ora ma sinceramente preferirei che fosse questa la causa dato che la convinzione “io non merito di essere felice” pensavo di averla affrontata e superata da qualche tempo.

Meriti di stare bene, non è una colpa stare bene, se sei felice non fai del male a nessuno, non hai bisogno del mal di schiena in questa vacanza, non hai bisogno di attirare l’attenzione di nessuno, non hai bisogno di giustificarti, hai il diritto di stare bene in vacanza, hai il diritto di essere felice.

Mi sento meglio, mi sento molto meglio, mi sento bene, mi sento proprio bene, sto bene, sto benissimo…

Ooohhhmmm

Mi sveglio, controllo il mal di schiena, ripeto il mantra, mi riaddormento.
Mi sveglio, controllo il mal di schiena, ripeto il mantra, mi riaddormento.
Mi sveglio, controllo il mal di schiena, ripeto il mantra, mi riaddormento.

Al mattino andiamo al parco
Io arranco dietro Mimmo.

Nell’area attrezzata un anziano signore vede Mimmo che fa stretching e gli insegna due esercizi contro il mal di schiena, poi scompare.

Chiedo a Mimmo se è stato lui a chiederglieli, risponde di no.
Quando l’anziano signore si allontana faccio gli esercizi e mi sento subito meglio.

Dato che sto meglio acconsento a proseguire la nostra breve passeggiata fino al vicino mercato. Mi piacciono i mercati ma in Cina non sono come nel resto del mondo che ho visitato fino ad ora. Dieci anni fa il mercato che mi avevano portato a visitare, a Zhuhai, mi aveva quasi sconvolto.
Ricordo ancora i volti tirati e sofferenti delle tartarughe che propendevano il collo verso l’esterno in cerca di aiuto.
Le due grandi teste di pesce mozze che ancora aprivano e chiudevano la bocca in cerca di aria.
E poi serpenti, coccodrilli, polli a non finire, gatti.
Mimmo dice che ormai non è più così ma voglio tornarci.
Ero arrivato in Cina con l’idea di diventare vegetariano ed ero tornato dalla Cina più che convinto a smettere di mangiare animali.
Dieci anni dopo sono ancora vegetariano anche se la considero una scelta ipocrita.
Il mercato vicino casa sarà una tappa di avvicinamento, ammesso che Mimmo e Yanzi riescano a ricordare in quale mercato mi portarono la volta scorsa.

La puzza della carne esposta, senza l’uso di frigoriferi, è quasi insopportabile ma superiamo l’area dei macellai abbastanza in fretta. Il mercato coperto è tutto sommato piccolo. Tutto attorno è un proliferare di luoghi in cui preparano cibo. Non sono veri e propri ristoranti. Alcuni hanno pochi tavoli, altri cibo da strada, molti sono abitazioni che hanno una cucina a vista. Vendono quasi tutti carne, cotta in vari modi. Puoi trovare qualunque parte di animale qui, ma a me sembra che in proporzione ci siano molte più teste.
Quante teste hanno gli animali in Cina?
Sarà perché sono le parti più riconoscibili?
Che fine fanno le teste degli animali che mangiamo in Italia? Non ne vedo mai.
Le spediamo in Cina?

Compriamo 250 gr di pasta fatta in casa, una specie di spaghetti molto lunghi, e torniamo a pranzo a casa.

Il mal di schiena mi costringe a camminare lentamente e sempre un po’ dietro Mimmo.

Dopo pranzo Mimmo mi spalma sulla schiena un olio che spero sia miracoloso e vado a letto.
In Italia è mattino e fa parte della strategia per combattere il jet lag anche se sono arrivato in Cina così stanco che il jet lag non l’ho proprio notato.

Al mio risveglio il miracolo non c’è stato ma mi propongono un giro nel quartiere di Beishan. Perché no?

L’autobus in Cina è una esperienza. Intanto ogni corsa, qui a Zhuhai, costa 1 yuan (1 euro sono poco più di 7 yuan) e quando sali, senti l’odore dell’umanità che torna dal lavoro o che comunque si sposta. Gli autobus, quando il traffico lo permette, volano. Ma spesso si sta in coda, anche se Zhuhai in fondo è una piccola cittadina di circa due milioni di abitanti, una delle città della Cina con la più bassa densità di popolazione, con strade a sei corsie (sei corsie, si, non ho sbagliato a scrivere) per ogni senso di marcia.

Il quartiere è molto bello. Case basse in mezzo ai grattacieli, ristoranti e negozi. Turistico e sicuramente non economico. Ma subito girati un paio di angoli c’è ancora la vecchia cittadina inglobata dalla metropoli, con case fatiscenti e i soliti locali dove ti cucinano qualunque cosa, soprattutto animali, naturalmente.

Decidiamo di spostarci in taxi per cenare in un ristorante che Mimmo e Yanzi conoscono. Mangiamo molto bene e rientriamo a casa ancora in taxi. Le corse qui partono da una base di 10 yuan (meno di 1.5 euro) per un minimo di non so quanti km e poi si sale, ma spendiamo in tutto circa 3 euro per due corse.

Ho la schiena a pezzi ma ho anche percorso a piedi 12 chilometri oggi.
Spalmo l’olio miracoloso, vado a letto, mi guardo attorno in cerca del jet lag e provo a dormire ma non e facile. Ho male alla schiena e alle gambe.

Chissà quanto li pagherò, domani, i 12 km a piedi di oggi.