Che schifo quest’ammasso di affamati
di soldi, di fama e di potere,
di viscidi arrivisti indaffarati
a far affari con l’altrui sedere,
di furbi che si credono arrivati,
di servi di una cricca di potenti,
di bancarelle di giornalisti prezzolati
con la lingua felpata in mezzo ai denti,
di politici corrotti e baciapile,
d’impavidi leoni da tastiera
che ruggiscono come animali da cortile,
d’imprenditori con facce da galera,
di arroganti senz’arte né parte,
di raccomandati da domineddio,
di consulenti soltanto imbrattacarte,
di boriosi: “Lei non sa chi sono io!”
E hanno pure la puzza sotto al naso
pensando di avere il “buchetto” profumato
e invece, e non è affatto un caso,
gli fete appena poco meno del fiato.
Che gente! O meglio che gentaglia!
Un esercito di proni cataplasmi
che galleggia nella propria brodaglia
e lascia il paese fra i miasmi!